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RIDUZIONE DEI TEMPI DI ATTESA – APPROPRIATEZZA PRESCRITTIVA


Medico che prescrive una prestazione medica

Nell’approfondimento precedente avevamo iniziato ad affrontare un tema critico per la sanità italiana, la riduzione dei tempi di attesa delle prestazioni, per interrogarci su come le società di consulenza attive nei settori della Business Intelligence ed Advanced Data Analytics possono coadiuvare le Organizzazioni Sanitarie nell’affrontare questa sfida. Avevamo innanzi tutto anticipato che i tempi di attesa sono il frutto del rapporto tra domanda e offerta di prestazioni, e che per poter realmente raggiungere l’obiettivo di ridurli si dovrà agire su entrambi i lati.

 

Iniziamo ora ad entrare più in dettaglio, partendo da alcuni possibili interventi sul lato della riduzione della domanda. In questo approfondimento inizieremo ad analizzare il tema della “appropriatezza prescrittiva”, lasciando al prossimo quello sulle “campagne di prevenzione”.


Paziente che fa una risonanza magnetica

Per “appropriatezza prescrittiva” intendiamo la corretta individuazione delle necessarie visite specialistiche, accertamenti diagnostici e trattamenti medici, sulla base delle condizioni presentate dal paziente. In sostanza, una prescrizione può dirsi appropriata quando incontra le necessità del paziente, senza aggiungere nulla di quanto, al momento, non è ritenuto necessario. In questo modo si evita il ricorso inappropriato a prestazioni non considerate utili, lasciando gli spazi dell’offerta a chi ne ha effettivamente bisogno. Solo per fare un esempio, si calcola che per le risonanze (RMN), uno degli esami che più spesso viene prescritto in maniera inappropriata, ne vengano richieste 700 mila in eccesso, ovvero il 20% in più del necessario.

 

Va inoltre aggiunto che l’inappropriatezza di alcune prescrizioni è riconducibile al tema critico della cosiddetta “medicina difensiva”, fenomeno in continua crescita nella maggior parte delle nazioni europee.


Medicina difensiva: martellato della legge e stetoscopio

Senza entrare troppo in dettaglio su un fenomeno che merita certamente un altro livello di approfondimento, basti sapere che per medicina difensiva intendiamo – nel nostro contesto – la prescrizione di prestazioni sanitarie fatte non per effettiva necessità, ma per prevenire i rischi legali conseguenti ad un’accusa di negligenza. In sostanza, vengono prescritte, per difendersi preventivamente, prestazioni che vanno oltre quanto normalmente necessario in uno specifico contesto, generando così un incremento delle liste di attesa che va a scapito di chi ne avrebbe effettivamente bisogno.

 

Infine, altro aspetto di particolare importanza è quello della corretta e puntuale applicazione dei Raggruppamenti di Attesa Omogenei (RAO) per le prestazioni specialistiche ambulatoriali, che indicano i criteri clinici per l’accesso prioritario alle prestazioni, differenziando i tempi di attesa in base ad essi.

La corretta applicazione dei RAO non ha effetto diretto sui tempi di attesa complessivi (anche se si tratta comunque di un esplicito richiamo all’appropriatezza), ma evitando un ricorso eccessivo ed improprio alle urgenze, fa sì che esse siano effettivamente prescritte a chi ne ha realmente bisogno, distribuendo così le attese delle prestazioni nel modo più corretto.

 

Ma come operare per migliorare l’appropriatezza delle prescrizioni?

 

Ovviamente ci sono molte azioni possibili, alcune delle quali (ad esempio interventi a monte sulla formazione del personale o di promozione della collaborazione interprofessionale), esulano dal contesto di questo approfondimento, finalizzato al ruolo che può essere svolto dalla Business Intelligence (BI).

 

Ci sono però due possibili linee di intervento, che possono risultare particolarmente efficaci se ben supportate da una approfondita analisi dei dati disponibili: l’utilizzo di linee guida e protocolli terapeutici e l’analisi ex-post delle prescrizioni effettuate.

 

I protocolli terapeutici, stabiliti da organizzazioni e società scientifiche e validi in specifici ambiti, fornendo le linee guida per la terapia ed il follow-up del paziente, offrono un approccio standard che propone la miglior pratica possibile secondo le evidenze disponibili. Questo approccio può aiutare molto a tenere sotto controllo il fenomeno, fornendo un solido background a supporto delle scelte fatte dal medico, anche in chiave di superamento dei problemi legati alla medicina difensiva.


Key Performance Indicator

Qui la BI può essere di grande aiuto, producendo indicatori che vadano a verificare il grado di copertura che i protocolli al momento applicati danno, rispetto alle patologie ed alle relative prescrizioni, ed il loro effettivo grado di applicazione da parte dei soggetti prescrittori. In questo modo si potrà fornire al management, essenzialmente alle Direzioni Sanitarie, un chiaro quadro della situazione, consentendo così di operare le scelte migliori: formazione del personale mirata alla miglior applicazione dei protocolli, aumento dell’utilizzo dei protocolli stessi etc..

 

Relativamente all’analisi ex-post delle prescrizioni effettuate, un’attenta analisi dei dati, effettuata ricorrendo alla BI, può produrre opportuni Key Performance Indicator (KPI) e relativi benchmarking in grado di individuare eccessi generalizzati (dovuti ad esempio ad una carenza di protocolli o ad un’insufficiente formazione al loro utilizzo) o specifici (soggetti costantemente sovra-prescrittori o che non applicano correttamente i RAO).

 

In questo modo diventa possibile individuare facilmente le aree a maggior criticità, fornendo innanzi tutto le informazioni necessarie ad interventi effettuati in modo mirato, e più in generale consentendo una visione più ampia del fenomeno, tale da supportare efficacemente i processi decisionali del management.

Piattaforma EI

Come BI Health, siamo già attivi in questa direzione con diverse Organizzazioni Sanitarie, collaborando con esse per trasformare i dati in loro possesso in informazioni utili all’individuazione ed al supporto degli interventi più efficaci. La piattaforma software EIMaS (Executive Information Management System) dispone infatti di specifiche funzioni realizzate allo scopo, in grado di produrre i KPI necessari e di consentire così le relative operazioni di benchmarking finalizzate al governo della domanda, di cui abbiamo scritto nei paragrafi precedenti.

 

Nel prossimo approfondimento continueremo ad analizzare i possibili interventi sul lato della riduzione della domanda, affrontando il tema del supporto alle campagne di prevenzione.

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