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Un'occasione irripetibile


Come ormai tutti sappiamo, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) metterà a disposizione in tempi rapidi un’ingentissima quantità di risorse nei settori della digitalizzazione e della salute. Si tratta di un investimento enorme, che mai prima d’ora sarebbe stato immaginabile, e di un’occasione unica. Le domande più immediate sembrano essere quindi: “cosa fare con queste risorse, in quali settori investirle, quali risultati si vogliono ottenere”?

Noi crediamo però che prima di queste domande dovremmo porcene alcune altre, assolutamente fondamentali.

Come noto, investimenti nella digitalizzazione e nei sistemi informativi in ambito sanitario sono già stati fatti in passato, in quantità e misura notevoli. Ma i risultati ottenuti si sono rivelati spesso non adeguati, talvolta deludenti. E di frequente le soluzioni implementate sono rimaste sottoutilizzate ovvero sfruttate in modo decisamente insufficiente.

Dunque, prima di accingersi a realizzare un piano di investimenti della portata del PNRR, è assolutamente fondamentale porsi le seguenti domande: “perché i risultati finora ottenuti non sembrano proporzionati agli investimenti fatti? Perché le soluzioni disponibili sono ancora in gran parte sottoutilizzate?”. In definitiva, “perché le cose finora non hanno funzionato al meglio?”.

Se non analizziamo approfonditamente questo aspetto, ne individuiamo le cause ed operiamo per rimuoverle, avremo solo una riedizione più costosa di quanto fatto nel recente passato, con gli stessi limiti e con il rammarico di aver sprecato un’occasione straordinaria e probabilmente irripetibile.

Peccando forse di eccesso di sintesi, e non pretendendo assolutamente di proporre un’analisi completa, crediamo che i punti su cui avviare una seria discussione siano:

  • La mancanza di una visione unitaria degli interventi

Il tema è già oggetto di un ampio dibattito, e riguarda praticamente tutti i campi della digitalizzazione in sanità. Si è quasi sempre confuso il mezzo con il fine, e troppo spesso l’obiettivo è stato semplicemente quello di dotarsi di sistemi informatici per automatizzare specifiche aree verticali, come se questo rappresentasse immediatamente ed automaticamente la soluzione ai problemi e non un mezzo per raggiungerla.

  • La carenza di “cultura di progetto”

Un investimento può considerarsi concluso a buon fine se ha effettivamente prodotto i risultati promessi, nei tempi dovuti. Sembra un’ovvietà, ma quanto ci si è effettivamente dedicati a valutare il reale risultato di un progetto di change management, non solo in termini di efficienza, cioè del corretto uso delle risorse impiegate, ma soprattutto di efficacia, cioè del conseguimento dei risultati per cui l’investimento era stato fatto? Quanto si è fatto in termini di analisi avanzata delle performance dei sistemi, utilizzando quelli che sono poi alcuni dei grandi temi del futuro della digitalizzazione, Data Analytics e Business Intelligence su tutti?

Proprio su questi punti, noi di BI Health possiamo offrire il nostro contributo, essendo la nostra azienda specificamente focalizzata sull’analisi avanzata delle informazioni accumulate in corso d’opera dalle strutture sanitarie, in modo da consentire a queste ultime di valutare, attraverso la lettura sistematica dei dati, il grado di raggiungimento dei risultati prefissati (con l’indicazione delle eventuali azioni correttive da attuare).

In sintesi, queste sono le linee-guida o concetti di fondo da cui muove l’approccio di BI Health:

  1. L’informatizzazione è un mezzo, e come tale deve essere assolutamente inserita in un processo organizzativo ed operativo che in tal modo ne risulti semplificato ed ottimizzato, e in cui il management delle aziende sia messo in grado di svolgere al meglio il proprio lavoro. Occorre quindi essere in grado di supportare non solo l’automazione delle singole aree verticali, ma soprattutto la loro integrazione informativa e l’utilizzo dei dati che ne derivano come strumento di supporto alle decisioni.

  2. L’analisi avanzata delle informazioni consente di valutare se le soluzioni implementate stanno realmente producendo i risultati promessi, nei tempi dovuti, e consente dunque di provvedere in itinere alle correzioni necessarie, avviando un vero e proprio “data driven decision making”.

Relativamente a questo secondo punto, senza entrare nello specifico dei numeri (per un’analisi più dettagliata rimandiamo al precedente post: bit.ly/la-ricostruzione), va ricordato che nei settori della digitalizzazione e della salute saranno disponibili oltre 31 miliardi di Euro che, almeno in parte, direttamente o indirettamente, riguarderanno aspetti di ammodernamento infrastrutturale, tecnologico e di trattamento delle informazioni. È fondamentale quindi far sì che questa enorme quantità di risorse produca realmente gli effetti programmati.

Giova poi sottolineare, in proposito, che la misura dei risultati prodotti sarà un elemento critico, perché la loro rendicontazione sarà requisito fondamentale per l’accesso alle risorse. In generale, poi, l’analisi dei risultati è condizione sine qua non per ottenere quel “miglioramento continuo” che è sempre alla base di un progetto di successo.

Quella cha abbiamo davanti è dunque una sfida cui non possiamo sottrarci, pena la perdita di un’occasione straordinaria per innalzare il livello di servizio reso ai cittadini, e quindi la qualità del nostro lavoro. Questa storica sfida si appella direttamente alla nostra responsabilità di attori del sistema sanitario e ci impone di iniziare subito a riflettere attivamente sul da farsi.

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